Entrepreneur, startupper, business angel, innovation manager, software engineer for innovative applications and services, si presenta così Leonardo Ambrosini su LinkedIn. In effetti ne ha parecchia di esperienza da raccontare ed è proprio così che ci siamo incontrati: ad un talk allo Spazio Attivo di Roma Casilina “TalentWorking” di Lazio Innova, un ambiente stimolante dove talenti e team imprenditoriali possono confrontarsi quotidianamente con tutor, mentor e coach (come riporta il sito ufficiale).
Da quel giorno, in ogni occasione di scambio, le sue parole sono state una piccola luce di speranza, soprattutto nei momenti più impegnativi del nostro progetto.

Svelando un po’ la persona, oltre l’uomo di business, ci ha risposto dal suo punto di vista sul tema approccio. Emerge fiducia, ma anche responsabilità verso un argomento delicato, soprattutto quando l’online può diventare un’arma a doppio taglio.

1. Com’è, dal tuo punto di vista, l’approccio tra i ventenni di oggi?

Lo saprò bene tra una dozzina d’anni, quando cresceranno i miei figli – scherza Leonardo –. L’approccio ovviamente cambia tantissimo a seconda delle abitudini personali e sociali: in generale mi sembra di notare ventenni piuttosto “impacciati” nei rapporti diretti, mentre sono più sciolti e a proprio agio in quelli virtuali e social. Personalmente, quando mi trovo a interagire de visu con ventenni, spesso ho la sensazione di avere a che fare con degli adolescenti, mentre quando interagisco con loro online sembrano persone ben mature e autonome.

2. Quali sono le difficoltà che incontrano i ragazzi nell’approccio?

Incontrare fisicamente nuovi coetanei o gruppi con interessi affini o complementari: l’incontro di persona richiede tempo, possibilità di muoversi e partecipare ad eventi, attenzione verso l’altro, cura del proprio linguaggio, dell’aspetto e della gestualità. Tutte caratteristiche che l’online ha “semplificato” accelerando le possibilità di incontro e di approccio.

3. Che consigli hai per loro?

Ampliare i propri interessi culturali, appassionarsi a qualcosa, conoscere a fondo le persone e le dinamiche quotidiane: miglioreranno di conseguenza anche gli approcci con gli altri.

4. Cambierà l’approccio dopo la pandemia del Coronavirus?

Certamente. Nei primi mesi post-Coronavirus, tutti saranno restii agli approcci fisici, ci sarà molta più attenzione alla sicurezza, e di conseguenza saranno preferite le piattaforme che consentiranno di gestire anche da remoto le relazioni, per poi mano mano prendere sempre più fiducia. Sarà questione di vari mesi…

5. Cosa pensi del dating online?

Sono assolutamente favorevole ad un uso moderato e rispettoso del dating online, uno strumento utile per accelerare e superare i limiti di cui sopra, non solo per ventenni, ma per tutte le fasce d’età, anche ultra sessantenni. Ma deve essere uno strumento integrativo, non una sostituzione degli approcci reali o addirittura un abuso: come se, facendo un paragone, l’avvento dell’auto avesse completamente sostituito lo spostamento tramite altri mezzi (bicicletta, piedi, ecc.).

6. Ti piace “GD beta”, la nostra idea di dating online?

L’idea mi sembra decisamente originale e pertinente. Ma, come dicevo sopra, non ho abbastanza esperienza personale per valutarne bene l’efficacia.

7. Raccontaci di te: un aneddoto della tua vita che riguarda l’approccio.

Per rimanere sveglio durante le ninne nanne dei bimbi ho iniziato a giocare alle App di sfide tra due avversari (es. WordOn, QuizDuello…). Non di rado mi trovo a giocare a notte fonda e a subire improvvisi e maldestri approcci da parte di ragazzi gay – sorride Leonardo –. Non oso immaginare cosa debbano “subire” le giocatrici donne…

8. Sappiamo che te ne intendi: come andranno gli affari per le aziende di dating?

Ritengo che le aziende di dating, dopo il grave impatto dovuto al Coronavirus, con la ripresa delle attività sociali godranno di un’altalenante, ma graduale e importante crescita, consentendo di rafforzare la posizione di quelle migliori e più differenziate.