Inauguriamo la nostra serie di interviste con la prima ospite: Ileana. L’abbiamo conosciuta grazie ad un piccolo concorso organizzato su GD_backstage, la nostra pagina Instagram e, quando abbiamo pensato di realizzare delle interviste, ci è subito venuta in mente.
Lascio a lei la parola. Grazie Ileana.
Ciao, sono Ileana Speziale, ho trent’anni, sono una giornalista ma soprattutto una grande sognatrice. Ah, ho la sclerosi multipla. Sono romana, ma da quando ho scritto il mio romanzo “Sedotta e sclerata” viaggio in tutta Italia per portare un messaggio di resilienza. Verso i sogni ed oltre è il mio motto e spero possa diventare anche il vostro! Sono presidente dell’Associazione di promozione sociale Libera Civitas con la quale porto avanti quelle che io chiamo tante cose belle.
1. Quali difficoltà incontrano i ragazzi nell’approccio?
Indubbiamente è una generazione “viziata” dall’utilizzo di nuove tecnologie, troppo spesso non ben impiegate. Purtroppo, se da un lato l’avvento dei social network ha permesso alle timide “cenerentole” e ai ragazzi più introversi di avere uno “strumento di approccio”, dall’altro ha creato dei canoni e degli stereotipi che il più delle volte rappresentano solo l’esaltazione dell’apparenza. Un cuoricino su Instagram e una reazione ad una “ISTA-STORY” hanno sostituito l’emozione del primo contatto. Manca il coraggio: il coraggio di mettersi in gioco, come si suol dire, di metterci la faccia. E così, troppo presi a soddisfare le richieste fittizie della community, si perde l’attenzione “verso l’altro” o, peggio, non ci si accorge di chi invece si è accorto di noi perché magari non rispecchia la tipologia “standardizzata” che si è abituati a inseguire. Insomma per i sentimenti veri ci vuole personalità!
2. Che consigli hai per loro?
Consiglio, appunto, di tuffarsi nella conoscenza del prossimo, di mettersi alla prova tornando a sperimentare il potentissimo potere dell’ascolto. Ascoltare l’altro crea empatia, emergono le affinità, ma anche le sfumature, le diversità, e così si avvia un processo di crescita che permetterà a noi, in primis, ma non solo, di arricchire il nostro bagaglio culturale al quale poter attingere per costruire il meglio di noi!
3. Come cambierà l’approccio dopo il Coronavirus?
Il Coronavirus sta mettendo a dura prova le relazioni interpersonali, allontanandoci in alcuni casi dagli affetti, dagli amici, dagli amori, e costringendoci, in altri, a convivenze forzate che minano la propria privacy e intimità. Mi auguro che questo fenomeno possa darci maggior consapevolezza di quanto possa valere un contatto fisico, come un abbraccio, e si possa tornare alla “vita di prima” ristabilendo priorità e giusto equilibrio tra voglia di libertà e desiderio di amare. Insomma spero che chatteremo di meno e abbracceremo di più o almeno useremo le chat per decidere chi abbracciare!
4. Cosa pensi del dating online?
Come per tutti i validi strumenti dipende sempre dall’utilizzo che se ne fa. Ho un retaggio culturale che mi spinge a valutare pericoloso un approccio nato nella variegata rete internet, ma riconosco il fascino del mistero e sicuramente la curiosità, in questo caso, scatena un’interessante scarica di adrenalina. E non escludo affatto che ci possa essere una buona percentuale di affinità tra i partecipanti che potranno scoprirlo, però, solo guardandosi negli occhi, perché è da lì che si accede alle profonde verità dell’anima.
5. Ti piace “GD beta”, la nostra idea di dating online?
Un cocktail di innovazione e conservazione allo stesso tempo, dove restano i punti fermi e, anzi, si sale insieme a loro su trampolini di lancio per tuffarsi alla scoperta di… questo lo capiremo a breve! Si riscopre il senso del gruppo, amici come paracaduti al nostro fianco per lasciarsi andare liberi nell’affascinante mondo delle relazioni sentimentali. Sono curiosa di assistere allo sviluppo di un progetto che nasce con ottime intenzioni e che il tempo ci dirà quanto lungimiranti sono stati gli ideatori.
6. Sei affetta da sclerosi multipla dall’età di 20 anni… come si comunica ad un nuovo flirt?
Aspetto un po’ ma non troppo. Mentre ordino il secondo prosecco in genere ho già lanciato la bomba: “Ho la sclerosi multipla”. Nel 50% dei casi non conoscono la patologia, fortunatamente per loro, nell’altro 50%, mi piace pensare che la sicurezza e la consapevolezza con la quale faccio la dichiarazione li metta in una situazione di sollievo (o forse è accettazione forzata!). Ovviamente subito dopo è mia premura dare le dovute nozioni, o almeno ciò che basta, visto che si tratta di una patologia degenerativa che non ha ancora una cura risolutiva, ma farmaci che rallentano significativamente il decorso.
Dipende tutto da noi. Per donarci agli altri dobbiamo prima aver maturato la serenità con noi stessi. E se poi l’altro scappa (e fortunatamente a me non è mai successo per via della patologia, almeno finora) beh, chiaro che non era la persona giusta per noi!
Durante i miei eventi di sensibilizzazione cerco di dare coraggio a chi, come me, è affetto da questa patologia, spronando tutti a vivere una vita straordinaria. Sollecito la platea a cercare l’amore: non a caso, della mia patologia, ne ho fatto un romanzo “Sedotta e sclerata” che racchiude non solo l’amore e la paura, ma anche la passione e l’eros. Insomma, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci vivi sono le emozioni e, anche con una patologia, puoi, ma soprattutto devi, vivere di emozioni!
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